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"Oggi facciamo qualcosa? Sono così triste quando sto a casa da sola!" È domenica, giorno di festa e di sospensione delle attività, ma Anduela, ragazza down che vive nel villaggio di Shenkoll nel nord dell'Albania, esce di casa e bussa alla porta del parroco Padre Salvatore: non vede l'ora di tornare con i suoi amici al centro diurno che ha iniziato a frequentare da una settimana. Una piccola vittoria contro l'isolamento in cui vivono tanti disabili nei piccoli villaggi delle campagne albanesi, dove la malattia è ancora una vergogna ed esclude non solo dal lavoro, ma da qualsiasi tipo di relazione e di socialità. Anduela da quattro anni, però, ha conosciuto i giovani della Comunità di Sant'Egidio, che spesso si recano in Albania e che dal 2018 hanno inserito tra le loro attività anche i laboratori con i disabili dei villaggi vicino a Lezhe. Laboratori aspettati con grande attesa, che in questi anni hanno spezzato con giochi, feste e balli la solitudine totale delle altre giornate dell'anno. Ma dal mese di settembre, grazie ai frutti di questi anni di amicizia e all'impegno di Padre Salvatore della Comunità Rogazionista di Shenkoll, grande amico, finalmente le attività comuni sono diventate quotidianità e i ragazzi hanno iniziato a stare insieme ogni giorno. Ogni mattina il furgone di Padre Salvatore va a prenderli nei loro villaggi e li porta nel villaggio di Gurez, dove con altri ragazzi disabili svolgono attività artistiche e di alfabetizzazione presso i locali della missione Dehoniana e, soprattutto, vivono quei legami di amicizia di cui, come tutti, hanno sempre avuto così bisogno. Una vera benedizione anche per tante famiglie che si trovavano sole di fronte al dolore e alle difficoltà di crescere un ragazzo disabile in Albania. Il centro chiude solo nel weekend. Anduela domenica è dovuta tornare a casa, ma finalmente sa che per non stare più da sola deve solo aspettare il lunedì.




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