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Centoquaranta persone, uomini e donne senza dimora, vittime del freddo, dell'abbandono e della durezza della vita in strada. Li abbiamo ricordati nella liturgia in memoria di Pietro Magliocco, clochard morto di polmonite a Genova nel 1993. Attorno alla sua memoria è cresciuto negli anni un largo movimento di solidarietà, con numerose persone di ogni età che la sera visitano le stazioni e gli altri luoghi dove vivono i senza dimora, portando cibo, bevande calde, sacchi a pelo e coperte.

Sono morti che non possiamo accettare" - ha detto Don Maurizio Scala nell’omelia - "non si può vivere per strada e non si deve morire per strada”. E ha aggiunto “questi drammi avvengono con la complicità dell’indifferenza degli uomini. Ma Dio non è indifferente e ci chiede di rispondere all’indifferenza con un amore più forte, che non sia tiepido ed approssimativo”.

Al termine della liturgia un grande pranzo, preparato dallo chef Ivano Ricchebono e dal suo staff. In questo spirito fraterno, come ha detto papa Francesco, “chi aiuta si confonde con chi è aiutato, in una tensione che diviene un abbraccio. E il protagonista è l’abbraccio”.

Un mondo lontano di invisibili è riportato al centro della vita della nostra città.






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